lunedì 4 aprile 2016

I ritratti della solitudine di Edward Hopper

Edward Hopper (Nyack 22 luglio 1882 - New York 15 maggio 1967) è stato un pittore statunitense famoso soprattutto per i suoi ritratti della solitudine nella vita americana contemporanea.  





Edward Hopper 25/03/2016 - 24/07/2016
Palazzo Fava  Via Manzoni, 2 40121 Bologna

Da venerdì 25 marzo 2016 a Palazzo Fava – Palazzo delle Esposizioni di Bologna Genus Bononiae ospita la mostra Edward Hopper.

Prodotta e organizzata da Fondazione Carisbo, Genus Bononiae. Musei nella Città e Arthemisia Group in collaborazione con il Comune di Bologna e il Whitney Museum of American Art di New York, darà conto dell’intero.

Oli, acquerelli, carboncini e gessetti del celebre artista newyorkese, icona dell’arte americana del Ventesimo secolo,  molti dei quali provenienti dalla collezione del Whitney Museum of American Art di New York.



Hopper nacque il 22 luglio del 1882 a Nyack, piccola cittadina sul fiume Hudson , nel sud-est dello stato di New York. I suoi genitori, Garret Henry ed Elisabeth Griffiths Smith, erano titolari di un negozio di tessuti e provenivano dalla piccola borghesia angloamericana. Già dall'età di cinque anni Edward Hopper dimostrava una spiccata abilità nel disegno. I suoi genitori, scoperta questa dote, lo incoraggiarono facendogli leggere riviste e libri sull'arte. Nel 1895  dipinse il suo primo quadro  dove mostrava particolare interesse verso le navi e tutto ciò che è legato ad esse. Nel 1899  si iscrisse a un corso per corrispondenza presso la New York School of Illustrating.


Nel 1900 cominciò a frequentare la New York School of Art, diretta da William Merritt Chase, seguace dell' impressionismo europeo. Nell'istituto si trovò a fianco di altri futuri protagonisti della scena artistica americana dei primi anni cinquanta  Guy Pene du Bois  Rockwell Kent , Eugene Speicher e George Bellows. Importante per la sua formazione e crescita fu il contatto con lo stesso William Merrit Chase, che lo avrebbe incitato a studiare, e con Robert Henri, titolare del suo corso di pittura, fautore del realismo e figura guida della Ashcan School, un gruppo di pittori che contestava il manierismo imperante all'inizio del secolo e sosteneva invece la trasposizione diretta della vita nelle strade sulla tela. Di questi primi anni è un gruppo di autoritratti  dipinti a grosse pennellate su fondo scuro, in cui si avverte già il tentativo di esprimersi attraverso la luce. Terminato il corso di studi, nel 1906 compì il suo primo viaggio a Parigi, prendendo alloggio alla Missione Battista in Rue de Lille, non lontano dal Louvre. Fu affascinato dalla pittura impressionista e dai poeti simbolisti nell'Upper East Side di Manhattan  da Robert Henri per presentare le opere dei suoi allievi, ma i critici ignorarono il suo lavoro. Per mantenersi durante quel periodo, trovò lavoro come illustratore pubblicitario per la C. C. Phillips & Company. Questa occupazione costituì per lui fino al 1925 l'unica fonte di reddito.
A differenza di molti altri artisti americani, che come lui avevano esordito come illustratori, Hopper non gradiva quel tipo di lavoro. In un'intervista rilasciata nel 1935 al New Yoork Post dichiarò: «Sono stato sempre molto attratto dall'architettura, ma i direttori dei giornali vogliono gente che muove le braccia». Se è vero che nelle sue opere mature il movimento o le interazioni tra i personaggi sono ridotte al minimo, è pur vero che l'esperienza acquisita come illustratore gli servì da stimolo a ricercare l'essenziale in pochi dettagli rivelatori.


Nel 1900  cominciò a frequentare la New York School of Art, diretta da William Merritt Chase, seguace dell' impressionismo europeo. Nell'istituto si trovò a fianco di altri futuri protagonisti della scena artistica americana dei primi anni cinquanta  Guy Pene d Bois , Rockewell Kent . Eugene Speicher  e George Bellows. Importante per la sua formazione e crescita fu il contatto con lo stesso William Merrit Chase, che lo avrebbe incitato a studiare, e con Robert Henri, titolare del suo corso di pittura, fautore del realismo  e figura guida della Ashcan School, un gruppo di pittori che contestava il manierismo imperante all'inizio del secolo e sosteneva invece la trasposizione diretta della vita nelle strade sulla tela. Di questi primi anni è un gruppo di autoritratti dipinti a grosse pennellate su fondo scuro, in cui si avverte già il tentativo di esprimersi attraverso la luce. Terminato il corso di studi, nel 1906  compì il suo primo viaggio a Parigi, prendendo alloggio alla Missione Battista in Rue de Lille, non lontano dal Louvre Fu affascinato dalla pittura impressionista e dai poeti simbolisti. Tornato in patria, nel 1908 partecipò con un suo dipinto a una mostra collettiva organizzata nell'Upper East Side di Manhattan da Robert Henri per presentare le opere dei suoi allievi, ma i critici ignorarono il suo lavoro. Per mantenersi durante quel periodo, trovò lavoro come illustratore pubblicitario per la C. C. Phillips & Company. Questa occupazione costituì per lui fino al 1925  l'unica fonte di reddito.


A differenza di molti altri artisti americani, che come lui avevano esordito come illustratori, Hopper non gradiva quel tipo di lavoro. In un'intervista rilasciata nel 1935 al New York Post  dichiarò: «Sono stato sempre molto attratto dall'architettura, ma i direttori dei giornali vogliono gente che muove le braccia». Se è vero che nelle sue opere mature il movimento o le interazioni tra i personaggi sono ridotte al minimo, è pur vero che l'esperienza acquisita come illustratore gli servì da stimolo a ricercare l'essenziale in pochi dettagli rivelatori.
successo. Pur rimanendo francofilo per tutto il resto della vita (oltre ad avere un'assoluta padronanza della lingua Hopper amava leggere i classici della letteratura francese  in versione originale), alla ricerca di uno stile autenticamente americano, abbandonò le nostalgie europee che lo avevano influenzato sino a quel momento ed iniziò ad elaborare soggetti legati alla vita di tutti i giorni. Tra i soggetti che prediligeva vi erano soprattutto immagini urbane di New York  e le scogliere e spiagge  del vicino New England, in particolare paesaggi di  Ogunquit e dell' isola di Monhegan nel Maine.


Nel 1913 si tenne a New York  l'Armory Show, la prima mostra che introduceva al pubblico degli Stati Uniti la pittura  delle avanguardie europee. Hopper partecipò a questa mostra con il suo dipinto Sailing che fu venduto per 250 dollari. Qualche mese dopo la morte di suo padre, avvenuta in settembre dello stesso anno a Nyack, Edward Hopper si trasferì all'ultimo piano del numero 3 di Washington Square, dove avrebbe lavorato e vissuto per tutto il resto della sua vita.


Dal 195  abbandonò temporaneamente la pittura per perfezionarsi nella tecnica dell incisione  (di cui poi dirà che gli era stata utile per "cristallizzare" il suo stile pittorico), eseguendo puntosecche e acqueforti  grazie alle quali ottenne numerosi premi e riconoscimenti, anche dalla prestigiosa National Academy of Design.
Nel 1918  fu uno dei primi membri del Whitney Studio Club, il più vitale centro per gli artisti indipendenti americani dell'epoca. Proprio al Whitney Studio nel 1920 tenne la sua prima personale, dove fra gli altri lavori venne esposto Soir bleu. Il titolo del dipinto si ispira al primo verso di Sensation, poesia di Arthur Rimbaud che parla dei piaceri del vagabondaggio. Hopper mette in scena sulla terrazza di un caféparigino un insieme di personaggi eterogenei: a destra una coppia di borghesi, a sinistra un protettore. Al centro, di spalle un ufficiale, di profilo un personaggio barbuto, probabilmente un artista, di fronte un pierrot e sullo sfondo una prostituta. Questo lavoro segna in qualche modo l'addio all'atmosfera felice che aveva segnato i suoi soggiorni francesi e all'Europa che lo aveva fino ad allora ispirato.


Fortemente criticata e perciò disconosciuta dall'autore, la tela, arrotolata e dimenticata, fu ritrovata nel suo studio solo dopo la sua morte ed è stata oggetto di un'attenta rivalutazione alla luce delle successive esperienze dell'artista e delle sue influenze europee.
 Nel 924 alcuni suoi acquarelli  furono esposti a Gloucester  nella galleria di Frank Rehn. La fortuna critica e il successo di pubblico diedero una significativa svolta alla carriera di Hopper, che finora si era guadagnato da vivere come illustratore di riviste. In quello stesso anno Hopper sposò Josephine Verstille Nivison, anch'ella ex-studentessa di Robert Henri alla New York School of Art. Josephine fu l'unica modella per tutti i personaggi femminili che avrebbe dipinto da allora in poi.

Il successo ottenuto con la mostra alla Rehn Gallery contribuì a fare di Hopper il caposcuola dei realisti che dipingevano la "scena americana". Nel 1925  la sua tela intitolata Apartment Houses venne acquistata dalla Pennsylvania Academy. Questo fu il suo primo lavoro a olio a entrare in una collezione pubblica e il primo quadro venduto dal 1913 in poi. Nel 1930 la famosa House by the Railroad, che sarebbe servita ad Alfred Hitchcock  come modello per la casa in stile "secondo impero americano" di Psyco, venne donata dal collezionista Stephen C. Clark al MoMA  di New York, entrando a far parte della collezione permanente del museo. Dopo tre anni, lo stesso MoMA gli dedicò la prima retrospettiva.


Nel 1934  Hopper acquistò una casa a Trutro , nella penisola di Cape Cod  dove da allora iniziò a passare regolarmente i mesi estivi. Il paesaggio di Cape Cod, con le sue dune, case e fari, si ritrova in molti suoi dipinti, come The House on The Hill  Cape Cod Evening o Cape Cod Morning. Il Whitney Museum of American Art gli dedicò la seconda retrospettiva nel 1950 , e nel 1956  la rivista TIME  gli rese omaggio con una copertina.
Hopper morì a 85 anni il 15 maggio 1967  nel suo studio nel centro di New York. Oggi è considerato uno dei grandi maestri americani, citato in qualche caso come precursore della Pop Art .

Hopper utilizzò composizioni e tagli fotografici simili a quelli degli impressionisti  che aveva visto dal vero a Parigi, ma di fatto il suo stile fu personalissimo e imitato a sua volta da cineasti e fotografi. La sua evocativa vocazione artistica si rivolgeva sempre più verso un forte realismo, che risulta la sintesi della visione figurativa combinata con il sentimento struggente e poetico che Hopper percepiva nei suoi soggetti. Diceva: "non dipingo quello che vedo, ma quello che provo".

La pittura di Hopper predilige architetture nel paesaggio, strade di città, interni di case, di uffici, di teatri e di locali. Le immagini hanno colori brillanti ma non trasmettono vivacità, gli spazi sono reali ma in essi c'è qualcosa di metafisico che comunica allo spettatore un forte senso di inquietudine. Non a caso Andrè Brerton  , nel suo esilio a New York, lo accostava a Giorgio de Chirico  in un'intervista pubblicata suView nel 1941. La composizione dei quadri è talora geometrizzante, sofisticato il gioco delle luci fredde, taglienti e volutamente artificiali, sintetici i dettagli. La scena è spesso deserta, immersa nel silenzio; raramente vi è più di una figura umana, e quando ve ne è più di una, sembra emergere una drammatica estraneità e incomunicabilità tra i soggetti. La direzione dei loro sguardi o i loro atteggiamenti spesso "escono dal confine del quadro", nel senso che si rivolgono a qualcosa che lo spettatore non vede. Di lui è stato detto che sapeva "dipingere il silenzio".


Particolare spazio nelle sue opere trovano le figure femminili. Cariche di significato simbolico, assorte nei loro pensieri, con lo sguardo perduto nel vuoto o nella lettura, si offrono spesso seminude ai raggi del sole trasmettendo solitudine, attesa, inaccessibilità. Una dimensione psicoanalitica che ha permesso di interpretare meglio le emozioni dell'artista.


Maiolati Spontini, lunedì 4 aprile 2016




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